Ripartire dal conflitto! Occupato il Polo Carmignani
Pisa – Questo pomeriggio gli studenti e le studentesse del Collettivo Universitario Autonomo sono tornati a riappropriarsi di uno spazio dell’università: il Polo Carmignani, uno spazio sottoutilizzato, già più volte al centro delle lotte universitarie e sul quale proprio durante questa occupazione verrà lanciata una campagna per chiederne l’apertura continuativa.
Una campagna che, partendo dal caso del Polo, vuole riportare al centro del dibattito la questione dell’utilizzo degli spazi, troppe volte lasciati vuoti o concessi a privati che già spadroneggiano nell’ateneo pisano.
Una tre giorni di occupazione dal titolo “Università antagonista Vs Università della crisi”, che da stasera, fino a sabato notte, riempirà il Polo con iniziative politiche, culturali e sociali; momenti di incontro e confronto per discutere del movimento di questo inverno e di come proseguire i percorsi di lotta che hanno visto il corpo vivo dell’università essere protagonista delle mobiltazioni che hanno riempito e bloccato le piazze e le strade di tutto il paese.
Mobilitazioni contro la riforma Gelmini, divenuta ormai legge, che oggi trova il placido consenso di rettori e senati accademici, che vorrebbero applicarla attraverso la commissione statuto.
Ma gli studenti e le studentesse non sembrano volere prender parte a questa spartizione delle briciole alla quale si apprestano i baroni: la settimana scorsa a Pisa, poi a Bologna e oggi a Torino gli studenti si sono opposti all’inizio dei lavori di questa commissione, bloccando senati accademici e consigli di amministrazione, invadendo i rettorati.
Un’opposizione all’applicazione della legge Gelmini che ancora una volta vuole andare a dire no ad un futuro di precarietà ed austerità, vuole ripartire da percorsi di conflitto e di riappropriazione.
Durante la tre giorni, tra le diverse iniziative, ci sarà un dibattito proprio sul tema della riappropriazione: diverse realtà si confronteranno sui percorsi di lotta per il reddito portati avanti nelle proprie città.
Questa occupazione vuole essere un segnale di rottura rispetto al tentativo di pacificazione fortemente auspicato dal rettore, che ha tentato nuovamente la strada della retorica della democrazia e della trasparenza, insieme al ricatto di un possibile commissariamento dell’ateneo, per spegnere sul nascere nuovi focolai di conflitto.
Arricchiti dall’esperienza del meeting trasnazionale di Parigi, gli studenti e le studentesse hanno ben chiaro come contrastare questi ricatti! Ce lo insegnano i giovani laureti e disoccupati del maghreb, della Libia e dell’Iraq, qual è l’orizzonte da costruire: riprendiamoci il futuro e la ricchezza che ci viene espropriata! Que se vayan todos!