ARRIVA MARONI, CITTA’ BLINDATA
per firmare, con le istituzioni locali, il "Patto per Pisa città
sicura".
Ancora una volta una città blindata dalle camionette e da centinaia di
uomini delle forze dell’ordine, uno scenario al quale i pisani,
purtroppo, si sono abituati nelle ultime settimane.
Il ministro leghista è arrivato in prefettura intorno alle 10:30, per
firmare un patto che palesa una direzione che l’amministrazione locale
ha già imboccato da tempo: più sicurezza alla città, quindi più
telecamere e più uomini delle forze dell’ordine.
Nel frattempo il presidio permanente delle famiglie di via Marsala
davanti al palazzo del Comune, si è arricchito della presenza di altre
realtà cittadine, intervenute per manifestare il proprio dissenso alla
presenza di Maroni e alla firma di questo patto.
Durante la mattinata è stata montata simbolicamente una tenda con del
filo spinato intorno, a ricordare l’inaudita violenza con cui appena due
giorni fa è stata sgomberata la tendopoli degli ex-occupanti di via
Marsala e la totale incapacità del sindaco e dell’amministrazione di
farsi carico dei problemi sociali. Sulla tenda è stato appeso un
cartello con scritto "La città di Filippeschi: guerra ai diritti".
Di seguito il volantino distribuito dalle famiglie di via Marsala e
dal Progetto Prendocasa:
POLIZIA: NON E’ QUESTA LA SICUREZZA CHE VOGLIAMO!
Oggi a Pisa verrà firmato il Patto per Pisa città sicura: a fronte di
tagli selvaggi alle politiche sociali, il nostro sindaco reclama più
finanziamenti per le forze dell’ordine e più stanziamenti per le
telecamere per garantire la "sicurezza" dei cittadini. A ratificare
quest’evento, il Pd pisano, addirittura con l’intervento dall’alto
dell’onorevole Fontanelli, ha invocato a gran voce la presenza del
ministro degli interni Maroni.
Una prima prova di cosa voglia dire sicurezza per l’amministrazione
comunale si è avuta in queste ultime due settimane, in cui, a seguito
dello sgombero di 8 famiglie in emergenza abitativa dalla palazzina di
via Marsala a Riglione, la città è stata militarizzata da centinaia di
agenti delle forze dell’ordine e della polizia municipale, che hanno
letteralmente blindato i palazzi del potere cittadino. Come se otto
famiglie senza casa, 16 adulti e 17 bambini, che portano avanti una
battaglia a viso aperto per avere un tetto sopra la testa fossero dei
pericolosi criminali.
Ma questo clima surreale è abbastanza semplice da decifrare: una giunta
incapace di rispondere con la politica ad una legittima rivendicazione
di diritti affida la gestione delle istanze sociali alla capacità
muscolare delle forze dell’ordine.
Ci hanno sgomberato da via Marsala facendo vincere ancora una volta gli
speculatori, ci hanno sgomberato dalle tende in Largo Ciro Menotti
perché l’emergenza abitativa deve rimanere rintanata nelle case
sovraffollate e fatiscenti e non nel "salotto buono" della città, ci
hanno sgomberato persino da Piazza XX settembre dove c’erano appena un
paio di materassi accatastati e il banchetto di raccolta firme in
solidarietà alle famiglie, che continua a ricevere ogni giorno centinaia
di adesioni, forse per paura che la solidarietà alle famiglie possa
crescere ancora di più.
Allora qual è la paura che fa sorgere questa becera domanda di
sicurezza? La paura più evidente è quella dell’amministrazione comunale,
di perdere le prossime elezioni e lasciare il comune alla destra: ecco
spiegato perché, in un vuoto di progetto politico, il Pd pisano
preferisce inseguire le parole d’ordine della destra, sposando i
proclami di sicurezza e legalità del leghista Maroni, che per la prima
volta viene a Pisa invocato pubblicamente dalle autorità comunali.
Crediamo che in queste settimane si stia verificando un clamoroso vuoto
di democrazia: a una legittima richiesta dal basso di diritti, che
attraversa la città dall’università alle scuole, dai luoghi di lavoro
agli spazi sociali, le istituzioni si arroccano a proteggere i privilegi
dei più forti e rispondono sempre con vuoti proclami di legalità.
A questa Giunta e a queste istituzioni incapaci di confrontarsi con le
mille questioni sociali poste dai molti che ogni giorno pagano a caro
prezzo una crisi economica devastante, diciamo che legalità è avere il
coraggio di cambiare le regole, senza rinchiudersi nelle stanze del
potere, è avere la voglia di confrontarsi con la città e i suoi
problemi, senza pretendere che sia la Polizia a gestire, o meglio
distruggere, il dissenso.
Fino a quando esisterà il dissenso, esisterà la democrazia.
Progetto Prendocasa