Dopo 20 anni ritornano a Pisa: INDIGESTI hardcore legend Est. 1982
Gli Indigesti, ricostituitosi per il trentennale della nascita, fanno tappa a Pisa, allo spazio antagonista Newroz, a vent’anni di distanza dallo storico concerto al CSOA Macchi Nera
20 aprile 2013
TOSCANA PUNKROCK & S.A. NEWROZ PRESENTANO:
INDIGESTI: hardcore legend Est. 1982
LAGUERRA: hxc-screamo pisa
VOLTO SANTOS: Lu-hc
SUBURBAN UPROAR “Trento street punk”
Gli Indigesti – Rudy Medea alla voce, Enrico Giordano alla chitarra, Roberto Vernetti al basso, Massimo Corradino alla batteria- uno dei più amati gruppi hardcore italiani, nascono nella provincia vercellese nel gennaio dell’82. Dopo numerosi concerti in diverse città del nord italia autoproducono uno split 7″ con i grandi Wretched, un lato a testa. Il disco non passa inosservato: per il suono grezzo, velocissimo e velenoso, dai testi strani e contorti. 1000 copie che diventeranno leggendarie per gli appassionati e ricercatissime dai collezionisti.
Kiave e Dj Double S / #SPCM Tour
Sabato 6 aprile, spazio antagonista Newroz, via garibaldi (Pisa), il vero hip hop è di nuovo nella casa: Kiave presenta il suo ultimo album “Solo per cambiare il mondo”. Start @ 21.30 venite puntuali!!!
In questo tour insieme a un pezzo forte del djing italiano, il signor DOUBLE S da Torino. Prima del live di Kiave si esibiranno per fare gli onori di casa i giovani della Fac Crew e il nuovo duo che sta spopolando nei block party della Toscana, Herrera & Pezzone;
La serata non finisce qui perchè dopo il party continua con la selecta Bass, Futurefunk, Techno, Electro e Trap di Sterling, Darius, Spinoff direttamente dalla Fingertips Crew e dal programma della webradio RadioRoarr.
Questa storia non mi piace!
Venerdì 29 aprile, presso lo spazio antagonista Newroz, dalle ore 18.30 apericena, a seguire proiezione del documentario “QUESTA STORIA NON MI PIACE! GLI SPAZI SOCIALI A LIVORNO DAGLI ANNI ’80 AL 1993”
(Anthony Perkins Productions 2013)
Questo documentario è un tassello di un progetto in progress sulla memoria del movimento degli spazi a Livorno: La APP, crew video nata (all’allora Centro Spaziale Godzilla, ora Centro Politico 1921) nel lontano 1990, aveva già all’epoca tra le ragioni sociali quella di documentare la vita del movimento, esordendo in quell’anno con la prima storia di due anni di movimento “Tutti a casa?”.
Ventuno anni dopo la App inizia a digitalizzare i materiali d’epoca, a cercarne altri, ad intervistare le persone attive all’epoca (inizio ’80/inizio ’90), scegliendo di sentire chi aveva fatto parte del Collettivo Spazi Sociali, nato con questo nome nel 1986 in città . Come è stato sempre nelle intenzioni della APP è meglio fare che attendere, quindi si passa sopra al fatto di non avere mezzi tecnici adegugati e gira in un anno e mezzo 16 ore di interviste che, oltre a delineare la storia di quegli anni, pongono una serie di questioni difficili da racchiudere in un’ opera video inferiore all’ora, come era in partenza la nostra intenzione.
Occupato il cinema Ariston a Pisa, prende il via lo Zap!Festival
Con l’occupazione dell’ex cinema Ariston, in via turati a Pisa, prende il via la quarta edizione dello Zap!Festival, il meeting di resistenza urbana promosso ogni anno dalle realtà antagoniste cittadine. La scelta del posto non è affatto casuale. Il cinema Ariston è infatti lo spazio, sfitto da anni e riaperto più volte dal movimento, in cui è terminato il corteo studentesco del 6 dicembre. Per quell’occupazione, come per altre situazioni di lotta degli ultimi mesi, dai cortei studenteschi fino alle contestazioni alla propaganda razzista e fascista di Borghezio e Fiore, sono state notificate in questi giorni decine di denunce.
Il mandante politico di queste operazioni non può che essere il Partito Democratico, che, ferito nell’orgoglio per aver fallito nella sua opera di pacificazione pre-elettorale, dopo aver ragliato dalle pagine del Tirreno chiedendo la testa di chiunque osasse portare avanti opposizione sociale, ha pensato bene di stringere alleanza col prefetto Tagliante, quello che si vantava di amare l’inchiostro delle denunce, ma che ha mostrato anche un’evidente passione per i manganelli.
Livorno: Ex Caserma Occupata
È ormai passato più di un anno da quando un gruppo di studenti* precar* e disoccupat* ha restituito alla città lo spazio abbandonato dell’ ex caserma Del Fante di via Adriana 16.
La scelta di questo luogo non fu casuale: erano almeno tre anni che dal Comune, a fronte dell’aumento esponenziale degli sfratti in città (e ancora non si erano raggiunti i livelli odierni), uscivano dichiarazioni in cui si leggeva che questa caserma fosse al centro di trattative di acquisizione da parte del Demanio per essere impiegata come struttura per l’emergenza abitativa. Dato che rimanevano solo parole pensammo quindi di passare ai fatti occupandolo:il diritto all’abitare, come quello al lavoro e ad una socialità slegata dal profitto lo realizziamo con le pratiche di riappropriazione diretta, dall’autogestione e dall’impegno quotidiano che viene messo nelle lotte. Dopo un primo periodo di contatti durante i quali presentammo progetti di riqualificazione (sia in termini di abitazioni sia di socialità) dello spazio non abbiamo più avuto notizie. Mentre le istituzioni rimanevano immobili le nostre attività invece sono cresciute, abbiamo continuato ad essere casa per qualcun*, spazio aggregativo (con cinema, skate park, palestra, concerti e laboratori) e di lotta (comitato sfrattat* e disoccupat*) per altr*.
“Goodbye CGIL!”
Più di 70 lavoratrici delle pulizie strappano le tessere del Sindacato e si organizzano in autonomia.
Lascia un segno decisivo la lotta delle “Leonesse” del presidio permanente Sodexo nella forma dei rapporti tra Sindacato e Lavoratori della città di Pisa. Un altro tassello si aggiunge alla dissoluzione di quel potere Piddino che tanto conta sulla capacità del più grande sindacato confederale – la CGIL – di tenere “a bada” quell’enorme mole di operatori dei servizi, che a colpi di spending review, tagli e licenziamenti vede sottrarsi reddito, diritti, dignità.
Ancora una volta il marchio indelebile di una sonora sconfitta lo infligge il conflitto sociale: dopo mesi di occupazioni, scioperi e presidi permanenti decine di lavoratrici delle pulizie hanno deciso insieme di revocare l’iscrizione alla CGIL. Una decisione collettiva comunicata nella giornata di mercoledì 6 marzo con un presidio e volantinaggio all’interno del proprio luogo di lavoro, nell’ospedale di Cisanello, e con la diffusione di un comunicato (che riportiamo in fondo all’articolo).
Pisa. Pioggia di denunce per gli studenti medi

A essere denunciata è un’intera stagione di mobilitazione. Le manifestazioni del 5 ottobre, del24 novembre, del 6 dicembre e addirittura quella recentissima del15 febbraio. Cortei in cui centinaia di studenti hanno invaso le piazze con determinazione e protagonismo, hanno bloccato i binari della stazione, hanno restituito alla città spazi abbandonati al degrado come l’ex cinema Ariston, hanno cercato, in alcuni casi riuscendoci, di entrare nei palazzi della crisi.
L’alleanza dell’inchiostro repressivo contro le lotte
Pisa – Non si smentisce mai l’alleanza tra il Prefetto Tagliente, il Pd e Il Tirreno che, con la solita strategia dell’intimidazione, vorrebbe scoraggiare e criminalizzare un movimento autunnale che ha saputo dimostrare una concreta e determinata opposizione alle politiche di austerità ed impoverimento che si delineano chiaramente sulla via proposta dal governo Monti.
Questa mattina, infatti, è uscito un articolo del Tirreno scritto dalla mano di Candida Virgone, ma che sa tanto di quell’inchiostro che questura e prefetto amano adoperare per tentare di schiacciare un movimento variegato, composto prevalentemente dagli studenti delle superiori, da disoccupati e dalle lavoratrici Sodexo in lotta da più di due mesi contro i licenziamenti. Un tentativo di intimidazione rivolto agli studenti medi, che si sta verificando in questi giorni anche in altre città come a Brescia e Padova con decine di denunce in arrivo e arresti domiciliari.
Via dell’Occhio: sfiorata la tragedia
Ieri pomeriggio è avvenuto quello che gli occupanti, ormai sfollati da una settimana, dicevano dal 29 dicembre scorso quando la trave portante aveva ceduto: il tetto è letteralmente crollato, causando un enorme squarcio di 20 metri quadrati nel soffitto di tre appartamenti su sette; solo poche ore prima i vigili del fuoco erano intervenuti per prendere le ultime cose importanti di chi ci abitava.
In questi sette giorni né la proprietà (Azienda Regionale Diritto allo Studio Universitario) né il Comune, hanno dato l’impressione di volersi occupare di mandare tecnici e ditte edili per intervenire tempestivamente scongiurando il crollo del tetto. Della dozzina di mezzi impegnati per addobbare la città vetrina che si preparava a festeggiare il capodanno, neanche uno si è visto in via dell’Occhio, nonostante i Vigili del Fuoco avessero verificato e comunicato alla proprietà la pericolosità del fatto.
Via dell’Occhio, il crollo della speculazione

Fin dall’occupazione dello stabile di via dell’Occhio, avvenuta il primo maggio 2009, gli occupanti hanno denunciato le carenze strutturali dell’edificio, reduce da anni di abbandono e cattiva manutenzione. Agli interventi di recupero ordinario messi in campo sin dai primi giorni dagli occupanti, era necessario affiancare un progetto più di ampio respiro, che per gli abitanti della palazzina ha preso forma nella proposta di un progetto di autorecupero. Purtroppo le estenuanti trattative con una proprietà (il DSU) troppo ottusa e intenta a difendere altrui interessi, sono di volta in volta naufragate, impedendo la realizzazione di una pratica che avrebbe permesso di tutelare un pezzo di patrimonio immobiliare pubblico e ripristinarlo praticamente a costo zero, utilizzando soldi pubblici stanziati dalla regione.