[Aggiornamenti da Cascina]

  • Febbraio 12, 2010 6:05 pm

Dopo aver ottenuto, grazie alla rete di solidarietà del progetto Prendocasa, il rinvio dell’esecuzione dello sfratto per altri 15 giorni stamattina la famiglia si è recata in comune per incontrare, dopo mesi di richieste di ascolto, il sindaco di Cascina.

L’incontro, ottenuto grazie ad una simbolica occupazione dei locali del comune ieri mattina subito dopo aver difeso lo sfratto, ha rivelato da subito come l’intento dell’amministrazione comunale fosse quello di scaricare il peso delle responsabilità sulla proprietà dell’abitazione e sul tribunale, indivinduandoli come unici responsabili della situazione in cui versa la famiglia.

Alle insistenti richieste di aiuto o di intervento il primo cittadino e la responsabile dell’uff. Casa di Cascina, presente anche lei all’incontro, hanno risposto che la disponibilità di edilizia popolare e comunale sul comune è insufficiente, e non riesce a soddisfare l’emergenza abitativa che, per sua stessa ammissione, ha raggiunto livelli più che preoccupanti.

Solo nell’ultima settimana, ha dichiarato il sindaco, sono state ricevute in comune altre cinque famiglie sotto sfratto che non hanno possibilità di accedere agli alloggi dell’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica).

L’unico spiraglio poteva essere quello di trasferire la famiglia in alloggi impropri (camere d’albergo), soluzione che avrebbe potuto comportare lo smembramento del nucleo familiare.
Come unica presa di posizione l’amministrazione comunale consigliava di rinviare ulteriormente lo sfratto in attesa di ulteriori sviluppi.

A ciò va aggiunta la quasi totale latitanza dei servizi sociali cui la famiglia si è sempre rivolta nella speranza di concretizzare un percorso che consentisse di inserirla in un alloggio comunale, ma proprio nella settimana precedente lo sfratto, l’assistente sociale ha preso dieci giorni di malattia, rendendosi così irreperibile, il tutto dopo aver più volte rassicurato la famiglia su di una presunta soluzione dei loro problemi abitativi.

In sostanza sindaco e collaboratrice hanno semplicemente negato l’inefficacia del percorso costruito con l’assistente sociale e la loro responsabilità nella vicenda.

Unico risultato ottenuto è stato l’impegno del sindaco in prima persona a rinviare ulteriormente lo sfratto di fine mese, contattando sia il proprietario dell’abitazione, che l’ufficiale incaricato dell’esecuzione dello sfratto.

Per quanto riguarda il bilancio dell’incontro di stamani e della giornata di lotta di ieri possiamo soltanto concludere che solo i percorsi di lotta hanno fin ora portato a risultati concreti e che perciò solo proseguendo su questa strada possiamo riuscire a garantire i diritti fondamentali, negati dalla latitanza o dall’inefficacia degli interventi delle amministrazioni comunali, il caso di Cascina da questo punto di vista non è altro che l’ulteriore conferma.