Diritto all’abitare: via dell’Occhio si riprende i propri spazi!

  • Febbraio 1, 2011 10:15 pm

La lotta per il diritto all’abitare presenta varie sfaccettature e particolarità: nella sua completa autonomia si presenta come una pratica di riappropriazione capace di colpire profondamente l’immaginario collettivo, di articolarsi nei territori sfruttandone potenzialità e contraddizioni, di incidere nel tessuto cittadino creando quotidianamente contropotere.

La lunga esperienza di Via Marsala ne è un esempio: otto famiglie che si riappropriano delle loro esistenze, che rifiutano la logica servile del sacrificio e che si autorganizzano per riprendersi le loro vite, i loro spazi, i loro diritti.

All’interno di uno stabile occupato si va a costruire una forma di socialità dove ogni aspetto di come si condivide quello spazio o una specifica fase della lotta o di come si dà vita ad una progettualità comune ha peso e importanza poiché ad esso è ancorato il radicamento e la solidità di quell’esperienza e, conseguentemente, la sua riproducibilità. Come non ricordare, nella palazzina sottratta alla speculazione, i pranzi e le cene sociali, la ludoteca, la palestra popolare, l’esperienza comunicativa del Pisa-Est Informa, le tante assemblee di quartiere.

Anche se adesso quello stabile è di nuovo lasciato al degrado non è più semplicemente il simbolo della speculazione che regna in città: quella è la palazzina di quella lotta, di quelle otto famiglie che non hanno fatto un passo indietro, dei tantissimi percorsi che, da quelle stanze, sono nati.

Guardare a via Marsala serve per andare sempre avanti, per fare crescere le lotte e crescere nelle lotte: questo è il modo in cui gli occupanti dello stabile di via dell’Occhio e i membri dell’Associazione Culturale Giorgio Ricci intendono il loro vivere e far vivere il loro spazio.

A quasi due anni dall’occupazione della palazzina del DSU, la neonata Associazione Giorgio Ricci, assieme a tutte le famiglie, i precari, gli studenti, i lavoratori che lì abitano, promuovono da mesi un attento lavoro sul quartiere offrendo uno spazio aperto dove i cittadini possono frequentare corsi, assistere a dibattiti, partecipare alla costruzione di momenti collettivi.

Dopo il corso di arabo e il dibattito con l’assessore regionale alle politiche della casa Salvatore Allocca sul tema dell’autorecupero del dicembre scorso, questo pomeriggio gli abitanti dello stabile si sono dedicati ad una profonda ripulitura del quartiere facendo incontrare le proprie esigenze con quelle della collettività. Questo intervento si va ad inserire all’interno di una più vasta progettualità mirata a rendere più vivibile una zona altrimenti quasi abbandonata, simbolo di una gestione arrogante e schizofrenica del patrimonio pubblico, nel fine di costruire con gli altri abitanti un immaginario comune su come dovrebbe essere la città di Pisa: uno spazio di tutti e tutte.

Di seguito il volantino distribuito oggi e nei giorni precedenti all’iniziativa:

MARTEDÌ 1 FEBBRAIO DALLE ORE 11:00

L’Associazione Culturale Giorgio Ricci invita tutti gli abitanti del quartiere alla prima giornata di pulizia di Via dell’Occhio e di Via A. Capitini (galleria Ex-Telecom)

Il senso di questa giornata inaugurale si costruisce attorno all’idea di uscire dalle nostre abitazioni private al fine di far tornare a vivere le strade di questo quartiere in modo da renderlo più accogliente e vivibile per tutti coloro che giornalmente lo attraversano e, a maggior ragione, vi abitano. Crediamo infatti che il nostro quartiere, segnato e oramai caratterizzato dalla sporcizia e dalla bassa illuminazione stradale si meriti di più: vogliamo immaginarci non vicoli bui maleodoranti bensì spazi puliti e accoglienti dove i bambini possano giocare senza correre il rischio di calpestare una siringa. A questa prima iniziativa, che speriamo il più possibile partecipata e condivisa, seguirà una regolare pulizia della strada e degli spazi comuni, alla cui calendarizzazione ci auguriamo vorranno partecipare anche i nostri vicini.

Per uno spazio di tutti e tutte

Associazione Culturale Giorgio Ricci