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“Napolitano falli tu i sacrifici!” Contestazione a Pisa
Un’assemblea nell’aula occupata di Scienze politiche ed un evento facebook creato nella tarda serata di ieri sono bastati per dare vita ad un’intensa e determinata contestazione al presidente della repubblica Napolitano, ed alle istituzioni locali, comunali, regionali ed accademiche che lo hanno accolto.
Già dalla primissima mattinata gli incontri istituzionali sono stati accompagnati da contestazioni significative sul piano simbolico e per la capacità di attrarre importante consensi, non solo in rete, da parti significative delle stesse piazza addobbate da migliaia di tricolori e bandierine, in perfetto stile “coesione nazionale”. Solo che la rappresentazione mediale e culturale, di una città pisana governata dal centro-sinistra, pronta ad ospitare Napolitano in quanto segno di una presunta opposizione al governo Berlusconi, è stata a differenza dell’intento degli organizzatori, profondamente messa in crisi dall’incisione reale di pratiche e soggetti che iniziano ad emergere, ad autorappresentarsi, a comunicare ed a protestare contro ogni kermesse – simbolo di tutta la distanza tra classe politica ed istituzionale con le realtà sociali in lotta contro il debito e l’impoverimento.
Pisa verso e oltre il 15 ottobre
Pisa – Si è svolta nella giornata di ieri una giornata di informazione e mobilitazione verso la data transnazionale del 15 ottobre. Bloccato il traffico cittadino, occupata la facoltà di Lettere per la serata.
Diverse realtà di movimento pisane hanno supportato l’iniziativa di ieri allestendo banchini informativi, striscioni, cartelloni, volantini e mostre. Piazza XX settembre ha iniziato a riempirsi dal primo pomeriggio; tante sono state le persone che si sono fermate per cercare di saperne di più sulla data di sabato e per prenotare il pulman per raggiungere Roma.
La voglia di partecipazione e mobilitazione ha portato in serata, all’occupazione del Ponte di Mezzo e dei lungarni; in centinaia hanno bloccato il traffico cittadino, dando quindi un primo segnale chiaro a chi vorrebbe scaricare la crisi sulle spalle di chi già vive una vita precaria.
Riprendiamoci il nostro quartiere!
Pisa – giornata di mobilitazione intensa nel quartiere Cep, con la difesa di uno sfratto, l’affissione di striscioni e manifesti per segnalare i numerosi problemi e l’assedio sonoro alla conferenza stampa del Pdl.
In tempo di crisi il problema degli sfratti si manifesta con tutta la sua drammaticità, ed è spesso vissuto con solitudine e vergogna; fortunatamente esistono ancora situazioni dove il vuoto sempre più consistente lasciato dalle istituzioni viene colmato dalla solidarietà e dall’autorganizzazione. Ne è un esempio il quartiere popolare Cep a Pisa, dove ieri dalle prime ore del mattino un nutrito gruppo di solidali si è radunato di fronte all’abitazione di una ragazza che con i suoi due figli è sotto sfratto dalla casa popolare.Negli ultimi mesi molte famiglie del quartiere hanno deciso di resistere attivamente alla crisi usando l’arma della solidarietà e partecipando ai picchetti anti-sfratto che vengono organizzati ad ogni visita degli ufficiali giudiziari. Di fronte alla latitanza e all’assenza delle istituzioni, la partecipazione attiva si sta dimostrando l’unica strada percorribile, e anche quest’oggi ha dato come risultato un rinvio dello sfratto di oltre tre mesi.
Conclusa la sesta edizione di “Ora basta!”
Pisa – Si è conclusa ieri sera la sesta edizione di “Ora basta!”, la due giorni di iniziative e concerti organizzata ogni anno dagli antagonisti pisani e dai gruppi della Curva Nord del Pisa per ricordare Andrea, compagno e amico scomparso nel 2006.
Da sei anni, con questa ed altre iniziative, si sostiene e si finanzia l’ospedale di Al-Mazra’a ash-Scharqiya, nei territori occupati palestinesi; l’ospedale è gestito dall’Healt Work Committees (Comitati della salute palestinesi). I Comitati della salute si occupano sia di cure mediche e di prima emergenza, sia di diritto alla salute e di lotta per la dignità e l’autodeterminazione.
Andrea, detto Sciascià, ha sempre sostenuto la lotta del popolo palestinese; la scelta di portare avanti questo progetto è un modo per tenere viva la sua memoria e per dare un sostegno concreto alla resistenza quotidiana in quei territori contro l’occupazione sionista.
Zap Festival, il festival della cultura antagonista a Pisa
Dopo il successo dell’anno scorso sarà riproposto anche nel 2011 il festival organizzato da Zona Autonoma Pisana. In questa sigla si riuniscono e coordinano una serie di realtà nate e cresciute nella lunga tradizione di antagonismo sociale della città toscana, come il Collettivo Autonomo Studenti Pisani e il Collettivo Universitario Autonomo, attivi nelle lotte del mondo della formazione e tra i protagonisti delle mobilitazioni dello scorso autunno, e il Progetto Prendocasa, che da più di tre anni porta avanti battaglie in difesa del diritto alla casa.
Per l’edizione 2010 era stato scelto di occupare il Bastione San Gallo, uno spazio pubblico abbandonato e lasciato al degrado dall’amministrazione comunale; quest’anno invece il festival si svolgerà presso lo Spazio Antagonista Newroz, in Via Garibaldi. Per questa edizione quindi verranno dati protagonismo ed importanza al centro sociale presente in città da più di dodici anni e sede naturale delle esperienze di Zona Autonoma Pisana; uno spazio in cui negli anni, a forti momenti di lotta, si è affiancato uno spiccato interesse verso esperienze musicali e culturali, indipendenti e alternative.
Per Vittorio, un compagno come pochi
Alla fine Vittorio non ce l’ha fatta. Il suo corpo è stato trovato privo di vita ieri notte dalle forze di sicurezza di Hamas, soffocato dai suoi rapitori. Si è avverato purtroppo quello che tutt* scongiuravamo e ritenevamo totalmente privo di senso, umanamente e politicamente. Questo assassinio è un atto contro il popolo palestinese e un favore insperato per il suo nemico dichiarato, lo stato di Israele, oggi facilitato nel mostrare al mondo il presunto fanatismo dei palestinesi di Gaza. La cosa insopportabile è che oggi sentiremo parole dolci di circostanza e lacrime di coccodrillo versate da uomini che Vittorio lo detestavano. Ciò che fa più male, è il suo essere diventato martire per mano palestinese. Chi ha conosciuto Vittorio in questi anni sa quanto era “preparato” (se lo si può essere) alla morte. Ci conviveva quotidianamente, visitando e aiutando le vittime dei tanti raid israeliani, sentendo fischiare a pochi centimetri del proprio corpo i proiettili israeliani che i cecchini di Tsahal sparavano per divertirsi ai contadini e pastori che Vittorio e altri scudi umani internazionali accompagnavano nelle loro uscite.