CONTRO LA SCUOLA DEI TAGLI E DELLA PRECARIETA’, PER IL DIRITTO DI TUTTI/E AD UNA SCUOLA PUBBLICA STATALE DI QUALITA’

  • Febbraio 15, 2010 11:05 am
Meno ore di scuola, meno materie, meno insegnanti, meno personale non docente, più alunni per classi, disagio crescente per bambini e ragazzi che vivono in aree periferiche del Paese, non sostituzione dei docenti assenti, cancellazione nei fatti dell’insegnamento alternativo alla religione cattolica, cancellazione delle compresenze, diminuzione del sostegno per i bambini e ragazzi diversamente abili: la scuola della Gelmini è quella dei tagli selvaggi, dalle materne alle superiori all’università. Due parole d’ordine: riduzione e semplificazione.
Due idee cardine che portano non solo un risparmio economico (peraltro obiettivo centrale della riforma Gelmini-Tremonti) ma anche un controllo culturale e ideologico: si cancella la scuola come luogo del sapere critico per sostituirla con una sottoscuola che dia la formazione minima necessaria per inserirsi nell’apparato produttivo. D’altra parte l’industria ha bisogno di una manodopera capace di adattarsi a cambiamenti veloci e continui, capace di riconvertire continuamente le proprie competenze, capace di adattarsi a contesti diversi: la scuola deve formare questo tipo di manodopera flessibile, precaria, sempre riadattabile, poco formata e quindi con pochi “grilli contrattuali” per la testa.

Non a caso tutti i progetti di “riforma” che stanno scardinando la scuola pubblica italiana portano il segno della riduzione del tempo scuola, della standardizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento, della divisione precocissima e definitiva dei percorsi formativi con la riduzione di tecnici e professionali a “scuole che insegnano la flessibilità” (meno ore, genericità delle informazioni, taglio delle attività didattiche di indirizzo e laboratoriali, apprendistato in fabbrica al posto dell’obbligo scolastico) e dei licei in scuole gentiliane, rigide e bloccate, in cui si tagliano le ore di matematica, scienze e informatica. Ovunque la storia diventa secondaria e il diritto scompare. Il latino, invece, impera anche per rendere impossibile i passaggi da un tipo all’altro di scuola.

Informazioni generiche e formazione in azienda di manodopera flessibile: il progetto Gelmini, come quello di Valentina Aprea, delineano una scuola di precari che abitui alla precarietà. Una scuola in cui entrino a pieno titolo i privati, sia nei consigli di amministrazione che come docenti esterni che come gestori degli stages, ma senza metterci denaro.

Dopo lo scempio delle scuole elementari e delle medie inferiori, ora è il momento della devastazione delle superiori. Il percorso sta per concludersi con quella che il ministro Gelmini ha osato definire una “riforma epocale” e che invece è “semplicemente” un salto indietro di 80 anni. Il guadagno è solo per la casse dello stato: 150.000 lavoratori della scuola in meno.

Eppure:

Un solo cacciabombardiere costa come 300 asili nido o come l’indennità annuale di disoccupazione per 15mila precari. Il Governo ne ha ordinati 131.

MARTEDI’ 16 febbraio ore 16 c/o saloncino complesso Concetto Marchesi

ASSEMBLEA PUBBLICA del MONDO della FORMAZIONE

GIOVEDI’ 18 febbraio ore 15 PRESIDIO sotto il CSA (Provveditorato)

VENERDI’ 19 febbraio ore 8,30 CORTEO studenti medi da Piazza S. Antonio

Rete precari della scuola Pisa

Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica

Coordinamento Collettivi medi

Collettivo Universitario Autonomo