COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI KURDI ARRESTATI E PERQUISITI
All’alba di ieri, 26 febbraio, è stata condotta dall’antiterrorismo di
Pisa su richiesta della procura di Venezia, un’operazione degna dei
militari turchi, utilizzando in maniera spropositata le forze di
polizia contro intere famiglie.
Questa operazione ha portato all’arresto di sei persone (di cui due
estradate in Francia), al fermo e interrogatorio di altri settanta
militanti kurdi e alla notifica di espulsione per altre venti.
L’accusa è di aver costituito una associazione sovversiva finalizzata
al reclutamento e all’addestramento di guerriglieri pronti a partire
per seminare il terrore in Turchia.
In realtà l’operazione, coordinata dalle questure europee, ha
costituito un chiaro segnale ad un popolo che rifiuta di rientrare nei
piani imperialisti di pacificazione ed annientamento e continua
testardamente a parlare di resistenza e di trasmissione di memoria
attiva di resistenza.
Denunciamo inoltre il comportamento del sistema mediatico, che ha
criminalizzato l’operato dei militanti kurdi, argomentandolo con
l’ambigua definizione di "indottrinamento", sottintendendo con questo
sia l’ambito militare che quello politico, senza far minimamente
riferimento alle ragioni della lotta del popolo kurdo.
Pisa su richiesta della procura di Venezia, un’operazione degna dei
militari turchi, utilizzando in maniera spropositata le forze di
polizia contro intere famiglie.
Questa operazione ha portato all’arresto di sei persone (di cui due
estradate in Francia), al fermo e interrogatorio di altri settanta
militanti kurdi e alla notifica di espulsione per altre venti.
L’accusa è di aver costituito una associazione sovversiva finalizzata
al reclutamento e all’addestramento di guerriglieri pronti a partire
per seminare il terrore in Turchia.
In realtà l’operazione, coordinata dalle questure europee, ha
costituito un chiaro segnale ad un popolo che rifiuta di rientrare nei
piani imperialisti di pacificazione ed annientamento e continua
testardamente a parlare di resistenza e di trasmissione di memoria
attiva di resistenza.
Denunciamo inoltre il comportamento del sistema mediatico, che ha
criminalizzato l’operato dei militanti kurdi, argomentandolo con
l’ambigua definizione di "indottrinamento", sottintendendo con questo
sia l’ambito militare che quello politico, senza far minimamente
riferimento alle ragioni della lotta del popolo kurdo.
Diamo perciò la nostra incondizionata solidarietà ad ogni forma di resistenza di ogni popolo in lotta, come quello kurdo.
Antagonist* Pisan*