L’offensiva di Erdogan, la resistenza kurda

  • Gennaio 18, 2016 8:37 am

Giovedì 21 gennaio alle 18.30 presso lo Spazio Antagonista Newroz si terrà un dibattito con Garip di UIKI Onlus (Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia) dal titolo “L’offensiva di Erdogan, la resistenza kurda”. A seguire la proiezione di ‘Nekuje’, documentario sull’assedio di Silvan.

La città di Silvan, si trova nella parte nord-orientale della provincia di Diyarbakir, in quella regione geografica che per le autorità turche e per il diritto internazionale è il sud-est della Turchia, mentre per gli abitanti, di lingua e cultura curde, non è che parte del Bakur, la parte settentrionale del Kurdistan.
Da questo novembre, appena dopo la vincita delle elezioni, il governo Erdogan ha deciso per un attacco diretto a questa città. Tre quartieri di Silvan che avevano proclamato l’autogoverno sono stati assediati. Già a settembre la città di Cizre era stata assediata per quasi dieci giorni.
In questa provincia le città Kurde portano avanti un autogoverno autonomo dalla Turchia all’insegna di un’educazione scolastica curda (in Turchia è proibito parlare kurdo e anche nominare la questione kurda), di un’economia attenta all’ecologia e all’agricoltura e di una giustizia democratica dal basso.
Lo stato Turco sta reprimendo brutalmente queste preziose esperienze di autogoverno e autoderminazione : coprifuoco ed esercito contrapposti ad una viva e determinata resistenza.
Il nemico diretto viene impersonificato nel PKK, Partito Kurdo dei Lavoratori, il cui leader Ocalan è imprigionato dal 1999 in un carcere di cui è l’unico detenuto. Il PKK e le milizie di autodifesa sono coloro che in Siria hanno respinto l’avanzare dell’Isis e stanno riconquistano ampie zone contro il fascismo dei seguaci di Abū Bakr al-Baghdādī. Nonostante questo il PKK continua ad essere tra le liste dei gruppi terroristici internazionali e lo stato turco impunemente porta avanti un massacro quotidiano contro i kurdi, continuando ad essere coperto e finanziato dai membri NATO.
Per non tacere quello che sta succedendo in Turchia, per informare e prendere parola contro uno stato assassino che impunemente continua a reprimere chi, solo contro tutti, sconfigge e propone un’altra prospettiva contro l’Isis per il medio oriente.