Quartieri ad alta tensione
Il significato della vivace assemblea pubblica che si è svolta ieri sera alla circoscrizione del CEP, quartiere popolare di Pisa, può essere ben rappresentato dalle sedie che sono volate in direzione degli esponenti del Comune e dell’Apes, o dalle ormai ben note urla isteriche dell’assessore alla casa Ylenia Zambito che si sono levate a più riprese.
La causa scatenante è la decisione di costruire nuove case proprio sopra i campini di calcio che rappresentano uno degli ultimi spazi di aggregazione realmente vissuti nel quartiere; decisione che rappresenta però solo la punta dell’iceberg di quella che è la considerazione che il Palazzo ha delle periferie pisane, buone come serbatoi di voti, come paravento per i sempre maggiori bisogni sociali insoddisfatti, come teatro per nuove speculazioni di ogni tipo. La vera arroganza sta però nel continuare a pensare di poter gestire e “domare” un intero quartiere mandato alla deriva organizzando, dietro la maschera della partecipazione territoriale, sporadiche riunioni in forma di lezioni al popolino.
6 gennaio – Pranzo e festa della befana al CEP
Il Progetto Prendocasa è un progetto autogestito che da più di tre anni a Pisa lotta per il diritto alla casa per tutti. Ne fanno parte persone molto diverse tra di loro, lavoratori, disoccupati, studenti e famiglie, italiani e stranieri. In questi tre anni molte sono state le battaglie portate avanti, con inchieste contro la speculazione, occupazioni di case, picchetti contro gli sfratti; abbiamo ben chiara la responsabilità del Comune e dei servizi sociali che fanno troppo poco per garantire il diritto alla casa, ma anche di alcuni proprietari che impongono affitti altissimi.
Nel quartiere del CEP, come in tutti i quartieri di Pisa, stanno aumentando gli sfratti e gli sgomberi dalle case, sempre più famiglie rischiano di finire in mezzo alla strada, e spesso queste famiglie vivono la loro emergenza come un problema personale; invece è una situazione sempre più diffusa.
Non abbiamo soluzioni pronte alla forte emergenza abitativa che si sta verificando nella nostra città e in tutta Italia, ma siamo convinti che se le persone e le famiglie si organizzano e lottano insieme per i loro diritti possono ottenere dei risultati; come le otto famiglie di via Marsala che dopo l’occupazione di una palazzina sfitta a Riglione ed il successivo sgombero sono riuscite ad ottenere di pagare un affitto proporzionato al loro reddito.
Il fuoco della conoscenza
Prendocasa, tre anni di lotta contro l’arroganza e la speculazione. E questo è solo l’inizio!
Quando nel dicembre 2007 un gruppo di precari occupò un appartamento di proprietà dell’INPS sfitto da anni, esponendo per la prima volta in città lo striscione del Progetto Prendocasa, si riaccendeva nella città di Pisa un percorso antagonista che del diritto all’abitare ha sempre fatto una battaglia prioritaria, ma nel contempo nasceva qualcosa di nuovo e importante.
Nasceva un progetto capace di intercettare i bisogni di settori sociali sempre più ampi, in cui mese dopo mese si sono identificati precari, disoccupati, famiglie, studenti, italiani e migranti, messi in ginocchio da una crisi che trova nell’emergenza abitativa uno dei suoi sfoghi più drammatici.
Venerdì 3 dicembre – L’autorecupero: un’alternativa alla speculazione edilizia
Il problema della casa si sta manifestando in tutta la sua drammaticità all’interno della cirsi economica. L’aumento degli sfratti e la sempre minor disponibilità di case popolari ci devono far necessariamente far riflettere sul bisogno di sperimentare nuovi percorsi e nuove possibilità.
Nella Regione Lazio è attiva dal 1998 una legge che riconosce e regolamenta la pratica dell’autorecupero ad uso sociale e abitativo di spazi abbandonati; attraverso questa pratica il Coordinamento cittadino per il diritto alla casa è riuscito negli anni ad avviare il recupero di molteplici edifici precedentemente occupati, mettendo in campo valide alternative alla logica della cementificazione e della speculazione edilizia, alternative basate sull’autorganizzazione, sul risparmio energetico e sulla sicurezza.
Dall’ateneo occupato al blocco sociale in città. In rivolta contro la riforma!
Pisa – Bloccati 5 ponti, occupato l’aeroporto, bloccata la stazione centrale
Il giorno dopo-occupazione delle 7 facoltà, si apre molto presto a Pisa, con dieci picchetti di studenti e studentesse che, in centinaia, impongono dal basso il blocco e la sospensione delle lezioni, chiudendo con catene e nastri tutti gli ingressi dei dipartimenti delle facoltà.
Questi picchetti diventano quindi momenti di soggettivazione collettiva e di rilancio per le assemblee mattutine delle facoltà occupate: alle 10 e mezzo ogni facoltà crea momenti di organizzazione della protesta che per questa giornata di discussione parlamentare del ddl hanno tutti l’impellente obiettivo del blocco e della creazione di forti momenti di visibilità nella città.