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Via Marsala, un anno dopo…
All’avvicinarsi del primo anniversario dell’occupazione della palazzina di via Marsala abbiamo la possibilità di rileggere quella importantissima esperienza con la dovuta freddezza e tentarne una prima narrazione da varie prospettive. Il breve lasso temporale in cui si è sviluppata questa battaglia, poco più di due mesi di occupazione e alcune settimane di presidio permanente in città dopo lo sgombero, e allo stesso tempo la densità e il peso specifico che quelle giornate hanno avuto per un quartiere fino a quel momento dimenticato da tutti e per l’intera città di Pisa, sono aspetti che rendono fondamentale uno sforzo da parte di chi ha costruito e vissuto questa lotta per tentare di caratterizzare con la dovuta importanza di contenuto le ricorrenze che si stanno avvicinando.
Libertà e dignità, Pisa manifesta in solidarietà alle rivolte nordafricane
Ieri pomeriggio circa 300 persone, tra migranti, studenti e lavoratori si sono riunite per dare il loro supporto alla lotta del mondo arabo. La città ha espresso la sua solidarietà ai popoli nordafricani, specialmente alla resistenza libica che in questi giorni si sta scontrando con un’altissima repressione.
Aprivano la manifestazione tanti ragazzi nordafricani, finalmente orgogliosi di sventolare le bandiere dei loro paesi, disegnate o cucite a mano, e desiderosi di partecipare all’entusiasmo dei loro popoli che stanno abbattendo i regimi dell’oppressione.
Il corteo, caratterizzato dalle parole d’ordine “libertà e dignità”, non si è limitato a manifestare solidarietà alle rivolte, ma ha voluto evidenziare il rapporto tra le lotte del mondo arabo e le questioni che riguardano il nostro paese, come la condizione di sfruttamento e privazione dei diritti dei migranti e la militarizzazione del territorio.
Verso il corteo del 5 marzo a Pisa, libertà e dignità!
L’onda lunga delle rivoluzioni in Maghreb e della crisi libica sta profondamente segnando anche la nostra sponda del Mediterraneo come testimoniano i sempre più frequenti episodi di evasioni e rivolte nei Cie, nonché la forza con cui le mobilitazioni del primo marzo in Italia hanno assunto le rivendicazioni di libertà e dignità che provengono dal Nord Afica. Lo scenario che si sta aprendo tende ormai a scavalcare il primo impatto emotivo di mera solidarietà a delle lotte geograficamente collocate altrove; emerge sempre più forte la consapevolezza del legame tra i regimi messi in crisi dai popoli arabi, piegati o comunque collusi agli interessi coloniali degli Stati Uniti e della Fortezza Europa, e la manifestazione di quegli stessi interessi nei nostri paesi, con leggi, ordinanze, apparati repressivi e di controllo, tesi alla creazione della forza lavoro più sfruttata, disperata e ricattabile possibile, tramite l’esclusione dall’accesso al reddito e ai diritti per i migranti.