Piazza San Silvestro, Piazza Serantini
Il 7 maggio prossimo ricorrerà il 39° anniversario della morte di Franco Serantini, anarchico, figlio di nessuno, ucciso dallo Stato. La città di Pisa non ha mai dimenticato la storia di Franco, pestato a sangue dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista e lasciato morire dentro il carcere Don Bosco; in Piazza San Silvestro, dov’era situato il collegio in cui viveva, i suoi compagni deposero una lapide in sua memoria. Da allora quella piazza è conosciuta come Piazza Serantini.
Negli ultimi mesi si è acceso il dibattito pubblico di fronte alla proposta della Scuola Normale Superiore di modificare l’assetto della Piazza, finanziando un progetto di riqualificazione che prevede il taglio degli alberi e lo spostamento (la marginalizzazione) del monumento di Serantini per fare posto ad un obelisco di 10 metri di autocelebrazione dell’Università di eccellenza. La proposta è stata colta al balzo dal Comune di Pisa, e fatta rientrare nel piano di lavori pubblici e speculazioni edilizie destinato a cambiare il volto della città, il PIUSS.
Fuori legge gli sceriffi! Le ordinanze di Filippeschi sono anticostituzionali
Con una sentanza della Corte Costituzionale del 4 aprile è stato dichiarato illegittimo il potere conferito ai sindaci dal pacchetto sicurezza Maroni del 2008 di emanare ordinanze per il decoro, la vivibilità e la sicureza urbana. Ottiene un brusco stop, quindi, la disposizione che aveva permesso il materializzarsi di ogni sorta di delirio concepito dai primi cittadini, come ad esempio, nella città di Pisa, l’ordinanza anti-borsoni e l’odinanza anti-accampamento.
Questa sentenza si va ad inserire in un momento certamente non facile per la giunta che si trova a gestire l’accoglienza/contenimento dei profughi dalla Tunisia, tenuta in scacco da una parte di città, ben rappresentata dai commercianti di Calambrone che hanno buon gioco ad improvvisarsi vigilantes, con manifestazioni xenofobe e raid notturni, utilizzando i vasti spazi aperti dal ciclo di ordinanze securitarie di due anni fa.
Contro il nuovo patto sociale, occupato l’Inps
Pisa – Intorno alle 11 di questa mattina circa 50 persone si sono ritrovate davanti alla sede dell’Inps; in pochi minuti sono riusciti ad eludere la sicurezza invadendo l’atrio dell’edificio, mentre alcuni dei manifestanti hanno raggiunto il tetto, dal quale poco dopo è stato calato un lungo striscione che recitava “Contro il nuovo patto sociale – Fuck austerity”.
Nel frattempo davanti al palazzo si è radunato un presidio che ha bloccato l’ingresso, volantinando ed esponendo lo striscione “contro l’accordo-truffa di Colaninno, conflitto e riappropriazione verso lo sciopero generale”, in riferimento alla ristrutturazione in atto alla Piaggio.
Per qualche ora quindi la centrale via Bonaini è stata animata da un presidio che ha attirato l’attenzione dei molti che si recavano negli uffici dell’Inps e che hanno risposto con interesse a quanto stava avvenendo.
L’ufficiale giudiziario non si presenta, la solidarietà sì
Ennesimo sfratto nel quartiere del Cep, terzo accesso per Anna, che ieri per ore ha atteso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, sostenuta da un presidio di solidali. Questa volta il funzionario non si è nemmeno presentato per ufficializzare il rinvio, quasi una beffa per chi passa giornate in attesa, ansia e precarietà.
La solidarietà ad Anna comunque non è mancata e per tutta la mattina sono stati presenti al suo fianco amici, compagni, altri abitanti del quartiere. In un momento di crisi, mentre Comune e Apes sfuggono al loro ruolo rifugiandosi dietro una sterile pretesa di legalità, la sola istituzione che assume credibilità agli occhi degli sfrattati del Cep è quella dell’autorganizzazione e della resistenza.